Al corso pre parto ci hanno spiegato l’allattamento in maniera semplice e naturale, senza alternative ma nemmeno senza problemi.
Quando è nata io ero convinta che l’avrei allattata con semplicità e naturalezza, e in effetti lei si è attaccata subito e ciucciava senza sosta. Ha fatto un po’ male, è uscito un po’ di sangue, ma nulla di impossibile. In corridoio però vedevo le altre neo mamme passeggiare massaggiandosi il seno, la mia compagna di stanza aveva addirittura due bull di acqua calda sui seni. L’ostetrica che mi aveva fatto il corso è venuta a trovarmi il terzo giorno e mi ha palpato le tette. “Eh no, ancora vuote” ha sospirato. Maite pesava a quel punto 2,300 kg. Troppo poco per tornare a casa. Mi hanno attaccata al tiralatte, doppia pesata, di tutto, finché finalmente, in 20 minuti di mungitura meccanica, ho spremuto forse 10ml di colostro. Siamo stati dimessi sentendoci dire “bravi che non avete chiesto l’artificiale!”.
Non avevo nemmeno pensato di poterlo fare. Non dico che l’avrei fatto, ma pensavo fosse normale che non avessi ancora il latte.
Dopo un paio di giorni a casa mi sono svegliata in un lago di latte, e da quella notte Maite ha cambiato faccia. Finalmente mangiava!!
Mi hanno spiegato poi che era troppo piccola per ciucciare con l’energia necessaria.
Ho allattato a richiesta, senza orari o doppie pesate, per 15 mesi. All’inizio mi facevo problemi, quando stava al seno le ore e faceva pause di 15 minuti tra una e l’altra, un po’ alla volta ho capito che dovevo solo fare quello che mi chiedeva lei.
Allattare al seno è bello. Sentire il latte uscire e vedere la faccia del tuo bimbo estremamente soddisfatto quando ha la pancia piena è bello.
Allattare al seno è anche comodo. Quando si svegliava alle 6 e ficcarle una tetta in bocca mi concedeva ancora del tempo a letto era molto comodo.
Peró, allattare al seno è anche stancante, ti vincola a stare sempre con il bambino, io ero esaurita dalle magliette e le lenzuola sporche di latte, a volte ti fa sentire a disagio se devi allattare e non trovi un posto (io allatto ovunque, ma non siamo tutte uguali), e può farti sentire responsabile per quello che mangi e passi al bambino. Non puoi prendere antibiotici, non puoi nemmeno fare l’anestesia dal dentista, o farti un tatuaggio.
Ma allattare al seno mi ha fatto bene. Mi ha fatto bene perché mi sono sentita una mamma capace di ascoltare sua figlia, mi ha fatto bene perché mi ha anche fatta riposare, su mille cuscini godendomi il silenzio e la calma della poppata, mi ha fatto bene allattare dieci minuti prima di discutere la tesi di laurea, perché mentre tutti ripetevano io mi assicuravo che lei avesse la pancia piena.
Detto questo credo che esista tanta cattiva informazione, tanti pediatri che al terzo giorno di vita ti danno l’aggiunta perché hai poco latte, tante suocere pronte a dirti che ormai il latte è acqua. Di paure una mamma ne ha già tante, bisognerebbe rassicurarle su quello che la natura ha fatto perfetto. Più consulenti, più sostegno e meno cavolate.
Non mi rivolgo alle mamme che per scelta o bisogno hanno consapevolmente scelto di non allattare al seno, ma con quelle che non ci sono riuscite o hanno smesso prima del tempo: mi dispiace. Non avete sbagliato voi.
Questa è la settimana internazionale dell’allattamento. Non sono un’esperta, ma spero di aver aiutato qualche neo mamma o futura mamma con la mia storia. Se avete dubbi o paure rivolgetevi a un’estetica o ancora meglio a una consulente dell’allattamento.